Il primo pulmino Fevoss racconta la sua storia

Iniziò a viaggiare sulle strade della nostra città nei primi mesi del ’92 dando vita all’allora nuovissimo e sperimentale servizio di trasporto sociale.

 

 

Sono nato nel 1990 ma la mia vita vera è iniziata nel gennaio del 1992 quando arrivai in FEVOSS. All’epoca ero un pulmino Volkswagen Caravelle 9 posti un po’ costoso ma grazie all’interessamento dell’associazione “Lady Circle” di Verona fu organizzata un’asta solidale presso l’Hotel Leon d’Oro di Verona: vennero raccolti i fondi per acquistarmi e anche per darmi un’identità. Ero bianco e bellissimo e sulle fiancate era ben visibile che appartenevo a Fevoss. Mi ricordo anche la grande festa in Piazza dei Signori con molte autorità, rappresentanti istituzionali e tanti cittadini. Però tutto questo è niente al confronto delle tante persone che da allora hanno occupato i miei sedili lasciando un segno della loro presenza nei tanti racconti ed esperienze di vita: anziani e persone sole che non avevano la possibilità di essere trasportati nei luoghi di cura per effettuare terapie, disabili e malati in disagio economico e sociale che non potevano permettersi il taxi per recarsi nelle strutture mediche e sociosanitarie per day hospital o per trattamenti specialistici negli ospedali della città o anche di altre regioni.

Insomma, quello che facevo era qualcosa di assolutamente nuovo e sperimentale: un servizio di trasporto sociale gratuito, ero la “solidarietà in viaggio”. E ben presto ci furono altri pulmini, di altre associazioni, che imitando Fevoss che aveva fatto da apripista si davano da fare per sostenere i più fragili e bisognosi in città e in provincia: il mondo del volontariato si faceva carico del bisogno emergente dal territorio. Tanto bastò perché attraverso i CSV provinciali diventasse un progetto unificante per cui impiegare risorse economiche regionali importanti. Ecco, dunque, che nacque il progetto Stacco (Servizio Trasporto Accompagnamento).

Ho perduto il conto di quanta strada ho fatto girando in città e provincia, forse i chilometri esatti li sanno solo i volontari che mi hanno preso in cura in questi anni e il meccanico che di tanto in tanto mi dava qualche aggiustatina. E non so neanche il numero delle persone che ho trasportato, ma sono certo che ciascuno di loro mi ricorda.

Alla fine anch’io sono invecchiato e sono stato messo da parte: arrivavano mezzi più moderni e meglio equipaggiati, ero diventato tristemente obsoleto.

Ho passato anni difficili, tra un parcheggio e l’altro lottando contro la ruggine, ma non sono andato in pensione: grazie alla Fondazione Fevoss Santa Toscana che mi ha preso in carico nel 2018, e al suo presidente, Alfredo Dal Corso che non mi ha abbandonato alla rottamazione, sono stato rimesso a nuovo con pezzi originali e, incredibile a dirsi, sono diventato un’auto storica con il certificato dell’Asi, Automoclub Storico Italiano, con tanto di targa d’oro: Veicolo Storico Asi n. 427084 Volswagen Caravelle 1992.

Ed eccomi qui, per questa seconda vita. Che cosa farò? Ritornerò tra la gente sulle mie quattro ruote, sarò un testimone di una solidarietà sempre viva, sempre in azione. Perché, oggi più che mai, la solidarietà è in viaggio.

Spero di incontrarvi presto, ci sarò a tutte le iniziative di Fevoss, agli stand, in piazza, ovunque mi porteranno. Non ho terminato la mia corsa, come la solidarietà anch’io sono “sempre in servizio”.

 

Per informazioni
telefono: 320 2409 712
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