I dieci anni di Stacco a servizio delle persone più vulnerabili

Il progetto STACCO, Servizio di trasporto sociale, realizzato dalle organizzazioni di volontariato in rete nelle province di Verona, Belluno, Treviso, e Venezia, da dieci anni macina migliaia di chilometri, trasportando anziani, persone sole e malate. È un servizio pensato per chi, in ridotta capacità psicomotoria o disagio sociale, ha necessità di spostarsi per effettuare cure, visite o per attività ludico motorie.

Il servizio STACCO, acronimo di servizio di trasporto e accompagnamento, a Verona coinvolge 317 volontari appartenenti a 21 associazioni, con il coordinamento della Federazione del Volontariato di Verona ente gestore del Centro di Servizio per il Volontariato (CSV) di Verona e su finanziamento della Regione Veneto. Complessivamente, sulle quattro province, soddisfa la domanda di circa 10.000 utenti e conta su una flotta automezzi di 206 veicoli, con un valore a nuovo che supera i 5 milioni di Euro, percorrendo annualmente circa 2 milioni di km. Nel veronese, i 60 mezzi in circolazione pressoché continua percorrono 481.238 chilometri l’anno, accompagnando a destinazione 6.544 persone. Si tratta, in quasi la metà dei casi di persone che vivono sole, per le quali l’assenza di una rete famigliare strutturata con figli comporta la mancanza di un supporto nei momenti di bisogno e una minore disponibilità economica.

I dati di una recente ricerca sul servizio di trasporto offerto dal volontariato di cinque città del Veneto, in cui si svolge, sono stati presentati nel corso di un convegno organizzato dal CSV e la Fondazione Fevoss Santa Toscana per festeggiare sia i 10 anni di attività del progetto STACCO a Verona, sia per festeggiare il riconoscimento ad auto storica del primo pulmino di proprietà della Fevoss ora passato nelle mani della Fondazione. Il secondo anniversario di costituzione della Fondazione è ricordato per  due eventi: uno di tipo religioso che si è svolto l’11 febbraio nella Cittadella della salute di Marzana e l’altro di tipo culturale con il convegno al Museo Nicolis di Villafranca.

“La nostra avventura sulle quattro ruote – evidenzia Alfredo Dal Corso, presidente della Fondazione Fevoss Santa Toscana – iniziò nel 1992 grazie al dono del pulmino n.1 che per primo a Verona offrì la solidarietà del trasporto ai bisognosi. Oggi il primo pulmino ha la certificazione di auto storica. Il progetto Stacco nacque nel 2009 con le associazioni Fevoss ed Auser per poi aprirsi ad altre realtà. Da parte mia c’è il ringraziamento ai volontari di ieri e di oggi capaci di sacrificio altruistico (nel pieno della notte col freddo, ghiaccio e neve per trasportare persone anche in altre città). Inoltre se i dati confermano il valore di tale servizio di trasporto è altrettanto vero che essi dovrebbero servire ai cittadini solidali di assumersi la responsabilità di costruire un nuovo modello di welfare comunitario”. “L’esperienza decennale del progetto Stacco è dimostrata anche dalla ricerca effettuata dallo spin off dell’Università di Verona ma non dobbiamo dimenticare che ci sono necessità inespresse sul territorio per cui è importante rafforzare la rete STACCO per sviluppare un servizio efficiente e di qualità grazie al supporto di benefattori. STACCO è un bene comune per la popolazione più vulnerabile e non solo”, aggiunge Dal Corso.

Con il supporto di Economics Living Lab, spin off dell’Università degli Studi di Verona, lo studio si è posto di ricostruire il profilo dei beneficiari dal punto di vista socio-demografico e delle reti sociali di riferimento, stimare l’accessibilità al servizio nelle quattro province coinvolte. Inoltre, di valutarne anche la portata economica calcolando il così detto social return on investment (SROI): il tasso di ritorno del welfare di comunità. In totale, il costo annuale del servizio Stacco è di 1.128.327 euro considerato che gli autisti sono volontari, ma se la stessa attività fosse remunerata, i costi lieviterebbero fino a oltre 3 milioni di euro.

 

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