La volontaria: «Il Bazar solidale? La mia ancora di salvezza»

In occasione del quinto anniversario della Fondazione Fevoss Santa Toscana, conosciamo i volti di alcune persone che fanno parte della nostra grande famiglia: cominciamo con Marina D’Alcini, volontaria del Bazar solidale di via San Nazaro a Verona

«Il Bazar solidale della Fondazione Fevoss Santa Toscana? Io lo definisco la mia ancora di salvezza». Marina D’Alcini ha 38 anni, è nata a Pescara e vive a Verona dal 2003, da quando l’ha scelta per ragioni di studio e non l’ha più lasciata per ragioni di cuore. Anche per lei, come per molti, l’annus horribilis è stato il 2020.

Marina, come ha incontrato la realtà della Fondazione Fevoss Santa Toscana?

Avevo perso il mio lavoro come impiegata e sempre a causa dell’emergenza Covid l’associazione culturale di cui facevo parte era stata costretta a interrompere le attività e gli eventi che organizzava. Insomma, la mia vita sociale era quasi azzerata. A inizio gennaio 2021, passeggiando in via San Nazaro a Veronetta, ho visto la vetrina con il negozio in allestimento e la ricerca di volontari. Conoscevo la realtà della Fevoss, adoro il vintage, compro abiti usati da decenni. Ho pensato che fosse finalmente arrivata la mia occasione, praticamente quasi cucita addosso!

Marina D’Alcini al Bazar solidale di via San Nazaro a Verona

Lei è stata la prima volontaria reclutata al Bazar solidale di via San Nazaro, secondo punto vendita del progetto nato nell’ottobre del 2019 in cui la sostenibilità ambientale sposa quella sociale, che si basa sulla raccolta e il riutilizzo di beni donati da cittadini. Era già stata impegnata nel volontariato?

Avevo collaborato con altre realtà: da sempre avevo il bisogno di sentirmi utile, di darmi un valore aiutando gli altri, di impegnarmi in maniera attiva. Ma qui al Bazar solidale il bene che si fa è doppio: perché non solo con il ricavato delle vendite finanziamo i progetti solidali della Fondazione, ma anche perché, con la nostra politica di prezzi accessibili a tutti, diamo possibilità concreta di acquisto a persone che non potrebbero permettersi di comprare altrove. Ormai per molti clienti siamo diventati dei confidenti: vengono, comprano, raccontano le loro difficoltà, ci ringraziano sinceramente per questa opportunità. Sono diventati degli amici e la loro gratitudine riempie i nostri cuori.

E il Bazar solidale, dando nuova vita agli oggetti, fa bene anche all’ambiente…

Certo, promuovendo il riuso. Fondamentale in un’era come questa in cui siamo circondati dalla fast fashion. Ed è bello vedere che ci sono sempre più giovani che si ricredono: prima associavano l’usato al concetto di scarto, ora vengono da noi a vestirsi, magari anche con il capo di marca, che qui si trova a 20 euro. Ma il Bazar solidale non è un semplice mercatino dell’usato: la sua forza è la sua valenza sociale. E’ quella che unisce in maniera particolare anche chi, come me, dona qui il suo tempo come volontaria: più che delle colleghe ho trovato delle sorelle, fare la mia parte per il Bazar solidale mi riempie davvero di gioia e anche se ora ho trovato un lavoro mi ricavo comunque del tempo per dare una mano ed essere presente al Bazar.

 

Facebooktwittermail