Maria Vittoria e il suo abito da sposa: una scelta di solidarietà

Tre fatine. Si affollano attorno alla futura sposa – come nella fiaba della bella addormentata – per prepararla al meglio. Senza assillarla. Facendole sentire affetto e partecipazione. Anche questo è il matrimonio “solidale” di Maria Vittoria, che ha detto sì indossando un abito nuziale second-hand scelto nell’Atelier solidale Alba Sposa di Fondazione Fevoss Santa Toscana a Verona. Perché le tre fatine sono solo un esempio di un modo diverso di vivere il giorno più bello della vita.
Con una felicità condivisa. Anche attraverso il simbolo dell’abito nuziale.

 

  • Maria Vittoria, partiamo dalle tre fatine?

Certo, perché l’assistenza nell’atelier solidale ha fatto la differenza. E mi piace dirlo. Confesso una cosa molto infantile: mi sentivo molto come la principessa Aurora che ha le tre fatine accanto, voglio dire molto seguita da persone buone che sono lì per te veramente, non per venderti qualcosa – è evidente che vendere non è lo scopo – e che fanno queste magie, fanno appunto spuntare le perline, mettono i capelli modo giusto … è stato proprio un bellissimo momento per me, una bella esperienza. La raccomando tanto.

 

  • Cosa significa scegliere un vestito speciale per il giorno più bello della vita in modo così controcorrente?

Significa essere fedeli ai propri valori. Il nostro matrimonio non doveva essere un momento né di esternazione di qualcosa, né di ostentazione, nell’idea di noi due era proprio un giorno per condividere la nostra felicità e per essere grati di quanto abbiamo avuto. E l’occasione è stata non solo di poter scegliere il mio vestito alla Fondazione Fevoss, ma anche di donare agli invitati delle bomboniere realizzate presso una cooperativa sociale che si occupa di disabilità. E per la lista nozze abbiamo chiesto una donazione a una associazione che si occupa di bambini emopatici oncologici. Tutto il matrimonio è stato solidale: per noi la gioia era proprio “condividere” con i nostri cari ma anche con la comunità di cui siamo parte. Abbiamo creduto molto in questa scelta di solidarietà: il nostro giorno non doveva assolutamente diventare un momento economico. Anche il rinfresco è stato fatto in un agriturismo in campagna con portate molto normali.

 

  • Come è nata l’idea, come ha conosciuto la realtà della Fondazione Fevoss?

L’idea di un matrimonio non convenzionale c’è sempre stata ma non sapevo della Fondazione Fevoss Santa Toscana. In realtà l’Atelier Alba Sposa è stata inaugurato proprio in quel periodo – giugno 2023 – e grazie al lavoro che faccio ho avuto occasione di incontrare persone della Fondazione per alcuni reinserimenti lavorativi: mi hanno raccontato dell’atelier e mi hanno spiegato la logica solidale. Ho pensato: è un segno bellissimo visto che avevamo deciso di sposarci e così ho chiamato e ho chiesto essere tra le prime a scegliere il mio abito presso l’atelier solidale. Quindi, indossare un abito da sposa second-hand è stata un’idea nata quasi per caso ma perfetta!

 

  • Quali sono stati i commenti degli ospiti? Come l’hanno presa i genitori e i parenti più stretti? La mamma?

Posso dire che dalla famiglia di mio marito ho avuto grande solidarietà e rispetto per la mia scelta: addirittura mia suocera e mia cognata hanno colto l’occasione per donare i loro abiti da sposa all’atelier! La mia mamma era all’inizio un po’ confusa da questa scelta inusuale: è stato toccando con mano quello che si faceva all’atelier che si è molto appassionata alla scelta e a tutta la modalità di gestione. Perché comunque in questi casi si parla sempre di abiti da sposa di seconda mano quando in realtà questo è un concetto un po’ fuorviante nel senso che non c’è niente di seconda mano: gli abiti vengono utilizzati una sola volta nella vita delle persone quindi sono praticamente nuovi. Però mamma era preoccupata e si chiedeva “se non trovi la taglia del vestito che ti piace? Non esistono altre taglie quindi come si fa, come si gestisce? Ma poi si è resa conto della particolarità specialissima di un atelier solidale dove, di fatto, è quasi il vestito che sceglie te. Devo dire che ho provato un paio di abiti ma con il primissimo è stato amore a prima vista. Poi nel mio caso c’è stato un lavoro straordinario di adattamento da parte della sartoria, vero fiore all’occhiello dell’atelier Alba Sposa, e l’abito è diventato “mio”.

 

  • Perché è importante pensare anche ad altri in questo giorno speciale, anche con gesti concreti come l’abito da sposa?

Perché il momento di festa e di gioia secondo me ha senso me quando è condiviso. E condiviso non dev’essere per forza unicamente con i tuoi cari, con chi fa parte della tua vita, può essere qualcuno che ne beneficia indirettamente, resta comunque un momento di condivisione. Il pensiero che grazie a quella giornata per la quale di solito si spendono delle cifre importanti qualcuno, da qualche parte, può essere aiutato a reinserirsi nel lavoro, o può stare vicino al proprio bimbo malato, o trovare accoglienza e assistenza per la propria disabilità è condivisione; sono convinta che questo è il regalo più bello che si può fare soprattutto in un momento di festa. E, per quanto mi riguarda, è qualcosa che rientra appieno in quello che mi sento di essere e in quello che faccio anche nel mio lavoro: è qualcosa che riguarda tutta la mia vita.

 

  • Chiudiamo con le tre fatine, come abbiamo aperto. Sul fronte dell’esperienza, cosa ha significato vestirsi presso un atelier solidale?

Sono stata seguita moltissimo e con grande umanità e professionalità esattamente come le tre fatine buone hanno seguito la principessa Aurora. Non c’è stato mai un momento in cui non mi abbiano incoraggiata anche a fare delle modifiche che sentivo di dover fare – ad esempio le maniche mi piacevano a tre quarti e non lunghe. Ogni richiesta, ogni pensiero che ho fatto è stato subito messo in pratica e quando rischiavo di sbagliare me lo hanno detto …nel senso che quando ho chiesto di togliere una decorazione sul retro del vestito che volevo semplicissimo, le esperte in atelier con grande professionalità mi hanno sconsigliata perché invece dà un grande movimento, e avevano ragione! Quando in dirittura d’arrivo hanno visto che non volevo gioielli, le abili “mani di fata” di Bruna hanno cucito delle perline sullo scollo: sembrava una piccola cosa, in realtà ha cambiato l’abito. E già non era più lo stesso abito che avevo indossato per la prima volta, era un abito diventato profondamente mio: un’esperienza splendida.

 

  • Consiglierebbe la sua scelta ad altre? Se sì, perché?

Assolutamente sì. Io la consiglio moltissimo in primo luogo perché è un’esperienza positiva. Le persone che lavorano all’atelier sono delle persone buone, ti mettono a tuo agio in un momento che è inevitabilmente di tensione perché, diciamocelo, è il giorno che tutte le ragazze sognano e poi si ricordano per tutta la vita. A volte però capita che il sovraccaricare troppo questa immagine un po’ la rovini. Invece all’atelier Alba Sposa c’è una competenza di natura trasversale, oltre che tecnica, curano ogni momento della scelta con attenzione e passione che è tipica poi dell’esperienza umana più che sartoriale. Qui ci sono persone che ti guidano anche nel consigliarti quando le cose che vanno bene, ti seguono passo passo: ricordo che mi hanno abbozzato una acconciatura dal nulla solo per farmi vedere l’effetto, è un’esperienza bellissima, positiva che ti porti via e ti rimane. E durante le prove ero seguita proprio con grande umanità. Sembrava di essere tra amiche.

Rispetto a quello che ho sentito dire sugli atelier classici non c’è tutto il continuo pungolare sugli accessori e su altro, c’era molta sostanza, molta genuinità. E una presenza costante e preziosa. Insomma, mancava l’approccio commerciale sostituito appieno da quello solidale.

E così ho trovato l’abito che rispecchiava completamente il mio modo d’essere, l’abito giustissimo per me. Semplice ma curato in ogni dettaglio, assolutamente unico e originale. Consiglio a tutte le future spose di vivere questa emozione: qui non si sceglie solo un abito, ma uno sguardo verso gli altri, una condivisione concreta oltre che estetica.

 

Maria Vittoria si è sposata a Verona il 23 settembre 2023. E’ direttrice presso una agenzia sociale che si occupa di inserimento lavorativo e ricollocazione di persone svantaggiate.

Alba Sposa è una iniziativa solidale di Fondazione Fevoss Santa Toscana. Maggiori informazioni a questo link: https://www.fondazionefevoss.org/albasposa-atelier-solidale/

 

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